CAPITOLO 4******
Ora ero arrivato al massimo delle mie stronzate, ne avevo detta davvero una grossa.
Pazienza, ormai era fatta, era inutile ripensarci.
Mi guardò con gli occhi lucidi, detestavo quando usava quel trucco per farsi chiedere scusa, ma stavolta, non avevo intenzione di dargliela vinta.
Presi, e me ne andai.
Mi guardò uscire dal cancello principale, ma non disse niente. tornò dentro in studio e cercò di giustificarmi, nonostante le parole che gli avevo detto lo avessero profondamente ferito.
"eccomi..."
Cercò di sfoggiare un sorriso a 32 denti, ma fu il più finto che fosse mai riuscito a fare.
"Tom?"
"Aveva detto che aveva un'impegno, ed è andato, una cosa urgente."
"se...sarà con una ragazza di sicuro.Vabbè...andiamo avanti...."
Ormai era tardi, erano le due del mattino, e io men'ero andato di mattina dallo studio di registrazione.
Guardai il cellulare, contava 13 chiamate, a quanto pare qualcuno era in pensiero per me, 13 chiamate erano davvero tante...
Bill...Bill....Bil...Bill...a quanto pare erano tutte sue.
Il testo del telefonino mi appariva sfocato, forse avevo davvero bevuto troppo quella sera.
uscii dal bar, e mi misi in auto, sapevo di aver alzato un pò il gomito, ma infilai comunque le chiavi e accesi il motore dell'auto.
Mi ritrovai a casa in un baleno.
Forse avevo guidato troppo velocemente?
Chissà se avevo combinato qualcosa...
Non mi ricordavo nemmeno come ero arrivato fino a casa in quello stato.
Suonai il campanello,la porta si aprì immediatamente, come se ci fosse qualcuno ad aspettare dietro la porta, con la mano pronta sulla maniglia.
"Bill..."
Mi fermai sull'uscio,avevo Bill davanti, gli occhio lucidi, rossi, probabilmente aveva pianto tutte le lacrime che aveva,e ora le aveva finite.
Non ebbi nemmeno il tempo di alzare lo sguardò, che sentìì un dolore sulla guancia, mi aveva appena colpito dandomi una sberla.
Non reagii, probabilmente non mel'aspettavo, lo spostai dalla porta, gli diedi una spinta così forte, che sbattendo contro al muro, si accasciò per terra,chiuse gli occhi, per il dolore alla schiena, lo sentivo balbettare.
"ah...c-c-cazzo che male..."
Non lo guardai nemmeno, salii le sclae aggrappandomi allo scorrimano, entrai in camera, mi levai la maglia e mi distesi sul letto.
Sentivo un odore di alcool fortissimo che mi perforava le narici.
"Dove sei stato?"
Bill era entrato nella mia stanza, aveva chiuso la porta alle sue spalle e ci si era appoggiato.
"fatti i cazzi tuoi."
"Sono cazzi miei, perchè è a me che sei venuto a citofonare alle 3 del mattino..."
"E tu perchè non stavi dormendo alle 3 del mattino, lo so benissimo che eri in salotto ad aspettarmi, ti sei fiondato sulla mporta come ho suonato."
Bill era diventato rosso, non voleva ammetterlo, ma era vero, era stato in piedi ad aspettarlo, nonostante fossero le 3 del mattino.
Ad un tratto mi sentii scivolare via i Jeans, e mi accorsi di non avere più le scarpe, aprii gli occhi e vidi Bill.
"Ma sei cretino?"
"Pensi di andare a letto vestito?"
"Questo non ti da il diritto di spogliarmi"
Non mi rispose nemmeno e piegò i jeans e li appoggiò sulla sedia, accanto alla scrivania.
"Bill....quando capirai che ho 20 anni e non 12?""
"mai finchè ti comporterai da tale."
Mi misi a sedere sul letto e llo presi per un braccio, lo avvicinai e lo guardai dritto negli occhi, erano più belli di quanto mi ricordassi, di un'intenso color nocciola, con le pagliuzze color oro.Non le avevo mai notate.
Le sue labbra erano davvero fini, ma allo stesso tempo davano un senso di morbidità incredibile....
Non sò perchè, e non so come successe, ma avvicinai le mie labbra alle sue,gli diedi un bacio a stampo, e la cosa più incredibile fu che mi lasciò fare.
Anzi, con mia grande sorpresa dischiuse le labbra, e quel bacio a stampo divenne un bacio vero, nel quale le nostre lingue si toccavano, riuscivo a sentire il suo piercing sulla lingua perfettamente.
Non capivo cosa stavo facendo, forse era colpa delgli alcolici?
No. Eppure stava succedendo in un tempò così incredibilmente veloce, che nemmneo io riuscivo a spiegarmi cosa fosse.
Bill era chiaramente imbarazzato, voleva fremarmi, ma gli mancava il coraggio, il coraggio di litigare con me e perdermi di nuovo.
Gli mancava il coraggio di passare un'altra notte sveglio fino alle 3 per aspettarmi, in mezzo alle lacrime.
Gli tolsi la maglietta in gran fretta, gli baciai il collo,e poi passai al petto, sentivo il suo corpo che diventava sempre più caldo a contatto con il mio.
Mi fermai, e per un istante tornai a guardare il suo corpo scheletrico, il suo corpo del quale potevo quasi contare le costole, lo stesso corpo che guardavo la mattina precedente, ma sotto una luce diversa.
Gli sbottonai i jeans, ma tornai a baciarlo sulle labbra,mi dava dei brividi assurdi il contatto con la sua bocca.
"Tom...."
Mi bloccai, sentendo chiamare il mio nome,lo guardai negli occhi, e ci vidi una paura che in lui non avevo mai visto.Ma continuai.
Ripresi a baciarlo, nel mentre, abbassando sempre più i jeans, finii col premere una mano sui suoi genitali,Bill accennò un gridolino, non di dolore, ma di eccitazione, non per niente gli era diventato duro.
Riuscii anche a sfilargli i boxer mentre lo baciavo.
Mi bloccai,scesi dal leto, lo guardavo, sul mio letto, completamente nudo,che cercava di coprirsi con le mani le parti intime, era tutto rosso, e aveva paura.
Mi sfilai i boxer, mi misi in ginocchio sul letto, lui si mise a sedere, e io continuai a baciarlo.
Di scatto mi alzai,avevo il suo viso fra le mani, e lo avvicinai al mio organo.
In principio Bill si tirò indietro, ma io usai la forza, non poteva liberarsi, lo costrinsi a succiarmelo, mentre io gli spingevo la testa avanti e indietro, finchè non sentii un brivido lungo la schiena.
Non lo avvertii nemmeno.
Venni, Bill sputò tutto per terra, e cominciò a lacrimare, voleva parlare, ma non sapeva cosa dire, cercò di scappare, ma nell'andare verso il bagno lo bloccai, lo spinsi sul letto.
"Tom...non..."
"Hai paura Bill?Di cosa?Lo sai che non ti farei mai niente, sono tuo fratello no?"
Presi dalla scrivania la cintura, con il quale gli legai le mani dietro alla schiena.
"Tom, lasciami Tom...Ti prego..."
Sapevo che stavo facendo qualcosa di sbagliato, ma non volevo sentirmelo dire, mi tolsi la bandana dalla testa, e la legai intorno alla bocca di Bill, ora non potev apiù parlare.
Lo vedevo che respirava a fatica, e la cosa mi eccitava sempre di più, lo voltai, vedevole ossa anche attraverso la sua schiena,era davvero magroadoro suoi glutei, non saprei come descriverli...erano...perfetti è la parola adatta.
Lo accarezza, ebbe un brivido lungo tutta la schiena,
io mi avvicinai alle natiche, infilai un dito.
Sentivo il suo chiassoso pianto, nonostante avevo fatto di tutto per farlo stare zitto.
Ne infilai due.
Piangeva sempre più forte, lo lascia d'improvviso.
Ma lui sapeva benissimo le mie reali intenzioni, che non erano certo quelle di lasciarlo ndare.
Presi in mano il mio membro, e cominciai a infilarlo dentro di lui, nonostante la fascia che gli impediva di parlare, lo sentivo urlare di dolore, doveva fargli davvero male.
Diedi un'ultima spinta, e riuscii a infilarlo tutto.
Bill piangeva,lacrimava con ogni goccia che aveva in corpo, ma non serviva a niente, io non lo stavo neanche guardando, pensavo solo a me stesso.
Aveva ragione, ero davvero egoista.
Presi a spingere, sempre più forte e più veloce,ero dentro di lui, e stavo spingendo.
Dalle sue natiche vedevo fuoriuscire un liquido rosso.
Era sangue, dovevo avergli fatto incredibilmente male questa volta.
presi anche in mano il suo pene e comincia ia stuzzicarlo, non ci volle molto che venimmo entrambi,
inarcò la schiena per il dolore, dal suo ano uscì tutto il liquido che vi avevo fatto entrare,e dopo un ultimo respiro profondo, cadde addormentato fra le lenzuola.
Io non tardai a seguirlo.
La mattina mi svegliai piuttosto tardi, e mi trovai nudo, nel letto, mi sentivo sporco, appiccicoso, ma non ricordavo niente di quello che era appena successo.
Mi alzai dal letto per capire cosa avevo fatto, trovai le lenzuola sporche di un liquido bianco e piene di uno rosso.
Non ci potevo credere, era sangue.
Vidi Bill accasciato contro in muro, con la testa fra le mani, sulle ginocchia.
Corsi subito a vedere se era ferito, o s ein qualche modo potevo avergli fatto del male senza volerlo...
Ma la scena che mi si presentò davanti era ben divera da come la immaginavo...
****
To be continued